FATTI TESTIMONIANZE NARRATIVA

Cosa ci racconti?

La rivoluzione industriale per le Bande musicali italiane è partita da Perugia

Andrea Franceschelli

Alla fine dell’ottocento il settore della musica per banda in Italia era maturo per assimilare le grandi novità che i processi di industrializzazione avevano introdotto nell’editoria e nella produzione degli strumenti musicali: chi riteneva di assumere l’iniziativa?

Nel 1900 un Maestro della Banda Musicale del 35° Reggimento di Fanteria del Regio Esercito, il perugino Tito Belati, rompe gli indugi e decide di far tesoro delle conoscenze ed esperienze maturate nella vicina Francia per modernizzare e rendere più competitivo il settore bandistico italiano.

Ancora molto giovane lascia l’Esercito, torna a Perugia e fonda lo Stabilimento Musicale Tito Belati. Negli anni successivi e per lungo tempo Perugia e la ditta musicale, che poi assume la denominazione di Casa Editrice Tito Belati, divengono sinonimo di musica per banda in Italia e nel mondo, anche grazie alle comunità italiane presenti nei più disparati paesi.

Vediamo ora le intuizioni imprenditoriali che sono state alla base del successo dell’azienda perugina.


Il repertorio

Il vero grande problema per l’editoria era la stampa delle parti musicali per gli esecutori (le così dette parti levate) che venivano preparate manualmente dai Maestri personalizzando la strumentazione della partitura per l’organico effettivo del singolo complesso bandistico. La stampa con questi condizionamenti si sarebbe tradotta in un sicuro insuccesso.
Il nuovo editore lavorò su due fronti. Si inserì e promosse il dibattito accademico per giungere a definire degli organici standard per piccola, media e grande banda. Convinse i compositori, lui stesso era un compositore vincitore di molti premi, che era possibile scrivere strumentazioni adatte ad essere eseguite dalle bande, senza interventi sulla musica, anche in presenza di organici abbastanza variabili.

Oggi è la norma, ma allora erano vere rivoluzioni che consentirono il decollo ed il successo dell’editoria a stampa.

Il secondo passaggio fu quello di ampliare il repertorio tradizionale e popolare verso la musica lirica, consentendo di allargare il pubblico degli appassionati dai teatri alle piazze.

Il terzo fu di entrare nel settore didattico proponendo metodi per l’insegnamento rigorosi ma adatti ad esecutori dilettanti, ossia adeguati per fornire loro la base teorica necessaria per affrontare musiche più complesse ed impegnative. Ed anche alle piccole bande di paese fu così consentito di fare cultura attraverso l’intrattenimento musicale.



Gli strumenti musicali

Gli esecutori dei complessi bandistici erano per la maggior parte dilettanti e, sovente, non molto danarosi; gli strumenti erano in genere di proprietà degli esecutori.

Occorreva risolvere il problema di produrre strumenti di buona qualità a prezzi accessibili: l’intuizione fu l’assemblaggio di macchine professionali per orchestra su ottoni e legni prodotti dallo Stabilimento Musicale.
Questo processo produttivo, con numeri di tutto rispetto, consentì una forte riduzione dei costi, grazie anche agli accordi posti in essere con primari produttori nazionali di macchine per strumenti da orchestra. Naturalmente presso l’officina dello Stabilimento le macchine erano revisionate e messe a punto.


La qualità degli strumenti prodotti fu certificata dai premi vinti durante numerose mostre internazionali, fino a quello più prestigioso assegnato in occasione dell’Esposizione Mondiale di Bruxelles.
Ed ancora oggi strumenti dello Stabilimento Musicale Tito Belati sono oggetto di aste in molti paesi, in particolare del centro e sud america.



I marchi aziendali

La decisione di legare strettamene lo Stabilimento e la Casa editrice a Perugia è confermata dai marchi aziendali, mai abbandonati fin dalla nascita: il grifo, emblema della città, è stato adottato per entrambe le attività.
L’immagine del grifo rampante campeggia su tutti i cataloghi della Casa editrice, il grifo del Palazzo dei Priori di Perugia è presente su tutti gli strumenti musicali prodotti.

Solo un’altra azienda, a quei tempi, ha utilizzato il grifo come marchio ed è la Perugina, il famoso produttore della cioccolata Fondente Luisa e dei Baci.
Il liberty ed il decò hanno ben figurato nelle immagini prodotte e diffuse dalla Casa editrice che le ha utilizzate non solo sui propri cataloghi, ma anche in manifesti, cartoline ed altre pubblicazioni grafiche ed artistiche.

La comunicazione

Siamo nel 1911. Il nostro industriale bandista vuole consolidare il mercato, fidelizzare la clientela e proporsi come imprenditore culturalmente impegnato. Quale migliore occasione per fondare un giornale aziendale, ma che non lo esprima troppo, da distribuire ai Maestri ed agli appassionati di Banda? Nasce l’Amico dei Musicisti, attraverso il quale saranno lanciate molte iniziative culturali, di difesa degli autori, di dibattito sullo sviluppo del sistema bandistico nazionale. Il giornale diventa così un vero punto di riferimento, con una redazione tecnica costituita da personalità del settore, e promuove concorsi. Tali concorsi per compositori si rivelarono molto attraenti, per allora, in quanto oltre al premio era prevista la pubblicazione delle composizioni vincitrici ed il loro inserimento nel catalogo della Casa editrice.

La fantasia comunicativa del Maestro Belati non si limitò al giornale, che guidò direttamente, ma si espresse in molte forme sia nelle nuove iniziative che nelle attività quotidiane. Si ricorda come nei cataloghi degli anni venti gli “sconti” divennero “omaggi semigratuiti”.



L’internazionalizzazione

Con la fine dell’ ‘800 e l’inizio del ‘900 si intensifica il fenomeno della emigrazione italiana, soprattutto verso le Americhe, e molti emigranti partono dalle regioni meridionali, territori ove la tradizione bandistica è ben radicata.
Molti degli emigranti erano componenti di complessi bandistici. Essi mantennero i rapporti con la Casa Editrice per ricostruire nei nuovi paesi ciò che avevano abbandonato in patria. Le comunità italiane all’estero diventarono numerose e l’Ordine dei Salesiani aprì sempre nuovi insediamenti per aiutare gli emigranti, per fornire istruzione ai bambini, per realizzare punti di incontro di tipo più familiare. La musica fu un catalizzatore naturale.
Ed il Maestro Belati si propose come fornitore attento a soddisfare i bisogni degli emigranti, spesso tramite l’Ordine, ed a comprendere le loro difficoltà economiche.

Il processo di internazionalizzazione era iniziato verso i cinque continenti e le comunità divennero ambasciatori popolari della musica italiana.
Loro ed i loro discendenti hanno sempre avuto e mantengono una forte presenza nell’arte e nella musica; essi hanno saputo donare ai paesi di adozione nuove espressioni musicali che sono divenute negli anni le vere musiche nazionali universalmente riconosciute.
Ma le tradizioni ed il ricordo della Casa Editrice, dei suoi strumenti, del suo fondatore e della città di Perugia non li ha abbandonati.

Nasce l’Archivio Storico della Casa Editrice Tito Belati

REPERTORIO DISCOGRAFIA

Il Comitato M° Pietro Franceschini per il Fondo Storico Bande Musicali è stato costituito per ricordare l’opera professionale ed umana del prof. Pietro Franceschini, già Vice Direttore del Conservatorio Morlacchi di Perugia, nel settore delle Bande musicali e per proseguire le iniziative da lui promosse. Una di queste iniziative era dedicata alla costruzione di un Archivio storico della Casa Editrice Tito Belati, con la quale il Maestro ha collaborato per oltre venti anni, dal 1975.

Il Comitato mette ora a disposizione di Gens Italica Network una selezione delle ricerche che rivestono maggior interesse per gli appassionati della musica per banda presenti nelle Comunità di origine italiana nel mondo.